Bollettino di caccia 1891

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Gli avi erano soliti vedersi ed organizzare battute di caccia, qui a Parco del Conte, non per nulla il casale è nato proprio per questo fine. Si riunivano fratelli e cugini insieme ad amici, per andare a caccia, fare lunghe passeggiate e godere dell’aria aperta e della natura insieme ai loro immancabili cani.
Riporto una fotografia di caccia ed il frontespizio di uno dei due “registri” di caccia ancora in nostro possesso, con l’elenco dei partecipanti:

  1. Francesco Jatta, direttore
  2. Giuseppe Jatta (Conoscitore di luoghi)
  3. Pasquale Jatta – Benemerito
  4. Mauro Jatta (fanfara)
  5. Domenico Andrea Spada (vivandiere)
  6. Biagio Jatta (attaché)
  7. Michele Jatta (?????)
  8. Filippo Jatta  (?????)
  9. Gabriele del Monaco (cap. in posizione ??????)
  10. Francesco de Rosa (supplente)
  11. Confaloniere: Raffaele Cotugno
  12. ???????: Salvatore Fenicia
  13. Retroguardia: Cesare Spada
  14. Antonio Fenicia …..

bollettino di caccia frontespizio

Il Nibbio reale

Il nibbio reale per taglia (maschio 60 cm, femmina 66 cm) e apertura alare (maschio 150 cm, femmina 160 cm), supera il nibbio bruno, con cui spesso si confonde. Il suo piumaggio è molto più chiaro di quello del nibbio bruno, da cui si distingue per la caratteristica coda rossiccia profondamente forcuta. Se si osserva in volo si distingue anche per la macchia biancastra sul lato inferiore delle remiganti primarie. È un animale dalla coda stupenda ed essendo molto larga permette al nibbio di planare più facilmente.

Nibbio reale in voloLo si incontra in quasi tutta l’Europa centrale e occidentale, in particolare in Germania, Spagna e Francia, dove si riproduce regolarmente, ma anche in Asia occidentale e in Africa nord-orientale.
Il suo habitat sono boschi e foreste, specialmente di latifoglie, le pianure ma anche gli ambienti collinari.
Per cacciare necessita di vicini spazi aperti erbosi, terreni coltivati, pascoli e in genere zone di bassa vegetazione.

Storicamente presente nelle città dove è assente il nibbio nero, a volte può essere osservato nei pressi delle discariche o sui bordi delle strade ai confini dei centri urbani.
Normalmente localizzabile all’interno della fascia che va dagli 0 agli 800 metri sul livello del mare, nelle zone montuose può nidificare ad altitudini ben maggiori (con un picco di 2,500 m osservato in Marocco).IMG_6736

In Italia lo si può avvistare in volo, in Sardegna, Sicilia, e nell’appennino meridionale. Particolarmente diffuso in Basilicata, frequentemente lo si incontra in volo sui centri abitati. In inverno addirittura lo si osserva in folti gruppi.

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Del sito in cui fu la città di Ruvo da principio edificata

Sta la città di Ruvo sul dorso di una collina che la rende assai più elevata di tutte le altre convicine città, ed in conseguenza visibile ad una più lunga distanza. L’aere che si respira è salubre e perfetto a segno che molti convalescenti de convicini luoghi vanno ivi a ristabilirsi tranne quelli soltanto che soffrono mal di petto. L’abitato attuale però occupa non già il vertice della collina ma bensì il declivio di essa che guarda il mezzodì. La sommità della collina è al Nord della città lungi un quarto di miglio. È la stessa attualmente occupata da una magnifica Chiesa e da un Convento di PP. Riformati sotto il titolo di S. Angelo. Si gode da quel punto una stupenda veduta, della quale rimangono incantati tutti i Forestieri che capitano in Ruvo, e si portano ivi espressamente per goderla. Sono allo stesso sottoposte una col mare Adriatico tutte le belle città che da Barletta fino a Bari sono edificate sul suo litorale. La ventilazione ivi è forte. Tutti i venti, e specialmente i venti boreali dominano talmente quel punto che coloro i quali volessero tenervi fisse abitazioni pagherebbero a prezzo ben caro il vantaggio della veduta la più bella, e la più gaja che possa desiderarsi.

Giovanni Jatta

“Cenno storico sull’antichissima città di Ruvo nella Peucezia” – 1844